Un ritratto è molto più di un'immagine. È uno spazio in cui ci si racconta senza parlare, un istante in cui ci si lascia guardare davvero. Nel mio modo di fotografare, non cerco una posa perfetta: cerco una presenza autentica. Ogni soggetto, ha qualcosa da dire — una forza silenziosa, una fragilità luminosa, una storia unica che merita rispetto e ascolto. E questo vale ancor di più quando si parla di ritratto maternity: un tempo sospeso, carico di attesa, trasformazione e bellezza interiore. In quegli sguardi, in quei gesti delicati che accarezzano la vitache cresce, c'è qualcosa di sacro e potente. Un ritratto, in quel momento, non è solo un ricordo: è una testimonianza viva di ciò che sta per fiorire. Che sia un volto, un corpo che cambia, un’emozione appena accennata o un legame profondo, il mio compito è vedere — e restituire con sensibilità e verità ciò che vedo. Non per costruire un’immagine, ma per custodire un’essenza.
Perché il ritratto più vero non si impone: accade.